Riflessioni post “gita” ad Israele:
Nelle ultime settimane si è avuta la prova di come l’acqua possa diventare pericolosa se mal governata e al tempo stesso è indispensabile: poche ore di emergenza senz’acqua potabile ed è il panico!
Mi è capitato per lavoro di visitare “tecnicamente” la terra di Israele dove da millenni si combattono guerre di religione, ma ancor prima per la conquista dell’acqua.
In quella terra martoriata non si butta via un goccio d’acqua.
Contrariamente alla nostra terra dove si potrebbe fare crescere di tutto con l’abbondanza d’acqua, ma dove l’agricoltura riveste ormai un ruolo marginale, in Israele il Settore Primario è determinante:
- Fanno fiorire il deserto del Neghev
- Riciclano i reflui industriali per l’irrigazione
- Desalinizzano mare e pozzi
- Quella poca pioggia viene raccolta in cisterne, come accadeva duemila anni fa
L’unica fonte di acqua dolce, il lago di Tiberiade ed il fiume Giordano, stanno diventando acqua troppo costosa, perché si trovano a duecento metri sotto il livello del mare e si devono pompare più volte per l’utilizzo.
Un viaggio alla ricerca dell’acqua:
da noi c’era una volta l’acqua
da loro ci sarà domani l’acqua
P.S. I luoghi religiosi hanno perso il fascino delle Scritture, deturpati da fanatismo e dalla superstizione… ma questa è un’altra storia, che vi racconterò!
Molto molto interessante. Mi trovo in Israele e mi chiedevo da dove viene l’abbondanza di acqua che ho notato esserci qui.
Ogni giardinetto( e sono tantissimi pressoché ovunque) è irrigato a goccia e la vegetazione è rigogliosa