Un’introduzione veloce a “Il caso del Valdentro“…..
Il Polesine e i suoi problemi sono stati descritti in tanti modi negli ultimi anni:
- L’alluvione e la ricostruzione,
- il bradisismo e le battaglie contro le estrazioni,
- il mondo rurale ed il riscatto sociale,
- la conquista di una dignità territoriale tra le difficoltà legate all’emarginazione delle altre provincie venete,
- il Delta e le bellezze naturali,
- il grande passato della civiltà di Adria,
- e si potrebbe continuare ripercorrendo autori e pubblicazioni, un po’ sentimentali, un po’ politiche e alcune interessate.
Ma gli addetti ai lavori, quelli che da decenni progettano, pianificano in silenzio, curano il territorio, predispongono testi di legge, suggeriscono opere, cosa pensano, come si propongono davanti alle difficoltà?
Per saperlo è necessario “leggere” con una chiave tecnica ma al tempo stesso fuori dagli schemi dei “poteri forti” quanto è stato fatto nel recente passato.
L’autore del libro Giovanni Veronese, ingegnere di tanti lavori sul territorio ed amante passionale della sua terra, chiude, con il Valdentro e Bussari, una “trilogia” di pubblicazioni che partendo dal modo di affrontare i problemi (“La Presa di Cantonazzo” 2017) e mostrando come risolverli (“L’idrovora più grande” 2018); allarga gli orizzonti legati alla esecuzione degli interventi, parlando dell’efficacia e della lucida convinzione di una programmazione che previene le calamità grazie alla conoscenza capillare del territorio ed alla tenacia nel perseguire i fini della sicurezza idraulica.
E’ quasi scontato lo slogan: “Conoscere il passato per vivere il futuro”, ma in quanti lo pensano per davvero?
Leggere le pagine del libro forse non darà risposte a tutti i problemi, ma importante è la “Chiave” per affrontarli, per continuare la tradizione e proporre una “scuola”: la scuola della bonifica.
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