Tenca è una località situata a sud del Canalbianco, dà il nome ad uno scolo di bonifica affluente del Cavo Bentivoglio di Zelo poco a monte della confluenza nel Cavo Maestro del Bacino Superiore.

Oggi lo scarico del Tenca in Bentivoglio avviene mediante le pompe di un impianto idrovoro.

Tale impianto è stato realizzato a fine anni ottanta per poter scaricare le acque sia di una zona a bassa giacitura a ridosso del Canalbianco, sia di quella più a nord ricadente in comune di Giacciano con Barucchella che, tramite una botte sotto il Canalbaianco stesso, serve a collegare i due bacini idraulici.

Recentemente è stata costruita una nuova idrovora in località Bruson con lo scopo di rendere indipendente il bacino a nord da quello a sud del Canalbianco.

Curioso è il sito in quanto con le rettifiche del canale navigabile degli anni ’50, la vecchia botte viene a cadere più a sud dell’attuale alveo, creando una strana valletta alberata con manufatti di qualche secolo precedenti non più utilizzati.

Sotto l’attuale alveo vi è comunque una tubazione di collegamento e raccordo che consente la continuità del canale.

La zona è caratterizzata dalla presenza dei ruderi di tre basi militari missilistiche NATO, testimonianza dei tempi della “Guerra Fredda” prima della caduta del “Muro di Berlino” nel 1989.

Negli ultimi anni la più vasta delle vecchie caserme è stata convertita in campo di pannelli fotovoltaici, mutando radicalmente il triste paesaggio costituito da torrette e altane militari.

Tenca o tinca?

Il nome “tenca” deriva dal noto pesce autoctono della bassa Padana, ancor oggi introdotto nelle semine ittiogeniche periodiche.

La zona ha sempre avuto difficoltà di scolo essendo a monte (più a ovest) della linea del grande paleoalveo del fiume Po, quello dei gorghi di Trecenta per intendersi, a giacitura ben più elevata.

Solo i Bentivoglio nel XVII secolo cercarono di mettere un po’ d’ordine assieme ai proprietari della zona, dopo la definitiva estinzione degli Estensi ed il conseguente passaggio del territorio sotto lo Stato Ponteficio.

Riuscirono in qualche modo a bonificare le paludi con uno scarico in Po alla chiavica “Rossa” presso la “Massa Superiore”.

Solo dopo le battaglie di Amos Bernini e la realizzazione del Cavo Maestro del Bacino Superiore, si potè godere di uno scarico ben regimato verso il comprensorio dell’area Polesana.

Ma questa è un’altra storia.

L’area è ancor oggi priva di corti coloniche, regno incontrastato di pannocchie di granoturco e fossi ricchi per l’appunto di tinche, in veneto, tenche da cui il toponimo “tenca”.

“Ma ti ca te sa tuto del dialeto, a te lo ciami lengua veneta, “tenca” in veneto non la vol dire ‘n’altra roba, che ga a che fare co le femene?”
“Tasi, sporcacion, mejo ca no te scolta… se no a te do mi na tenca in te la testa!”
“Basta, ‘ndemo a tor calcossa, a me vien in mente, se è ancora aperto il ristorante “La Golena”. A Vedaremo.
Intanto passemo par Zelo, a te lo sa cossa che i dise?
<Chi no ga visto Runzi e Zelo no ga visto gninte de belo>”.

Alla prossima.