Oggi risulta difficile identificare la zona della “Fuozza” presente nei documenti fin dal XV secolo, in quanto le trasformazioni territoriali hanno mutato le linee d’acqua nel tempo.
Mi risulta facile identificare con “Fuozza” il canale di scarico o palude dove scaricava l’area polesana a sud del Canalbianco.
Sta di fatto che per alcuni storici la Fuozza ha coinciso per anni con il Po di Levante e ancor oggi in alcune zone anche il canale Marcadello è chiamato Fuozza.
Intorno a Cavanella Po collettori e canali sono stati deviati e talvolta chiusi.
I più importanti sconvolgimenti idraulici si possono imputare inizialmente al “Taglio di Porto Viro” nel 1604, quando i rami del Po (Tramontana e Levante) andavano ad intasare il litorale marino verso Porto Fossone (foce dell’Adige) ma, più pericolosamente verso Malamocco (Chioggia), punto cruciale per la laguna Veneta.
Fu così che Venezia, approfittando di un vuoto di potere/proprietà delle terre confinanti (l’ultimo degli Estensi morì nel 1596 senza eredi e per il passaggio allo Stato Ponteficio ci volle una decina d’anni), tagliando in destra il Po, fu provocato l’interramento di Mesola e la formazione (in 400 anni) dell’attuale Delta.
Altro intervento fu il collegamento del Canalbianco al Po nel 1620, chiamato “Nuovo Canale di Cavanella”, con la conseguenza che per poter scaricare verso il Po di Levante fu necessario costruire due ponti canali: uno investito molti anni più tardi dalle rettifiche del Canalbianco, l’altro poco più a sud, ammodernato per scaricare a valle il Collettore Padano Polesano (1895).
Le sistemazioni idrauliche legate al Collettore ridisegnarono l’area, così pure le sistemazioni dopo l’alluvione del 1951, ivi comprese le rettifiche del Canalbianco.
Dopo le devastazioni del territorio causate dall’emungimento di acque metanifere dal sottosuolo, fu necessario costruire negli anni sessanta l’idrovora di Cavanella Po (55/70 mc/s) a monte del ponte canale di Cavanella.
Nel 1976 con la costruzione della biconca di Volta Grimana, fu definitivamente spostato più ad est il nuovo collegamento tra Canalbianco e Po e di conseguenza il “Canale di Cavanella” fu chiuso.
Negli anni ottanta, poi, la invenzione dell’Area Attrezzata Adria Loreo, comunemente chiamata AIA, diede un altro assetto al territorio e dove un tempo vi erano le canne oggi vi sono capannoni industriali.
“Che Casino!” direbbe qualcuno, e dire che ho tralasciato tutte le liti tra privati che hanno caratterizzato 500 anni di storia idraulica.
Adesso però una pausa… andiamo “Ai Scalini” un tempo rinomato ristorante di pesce a Cavanella, oggi molto “Vegano”.
Proviamo.
Alla prossima.
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