La zona di Botti Barbarighe prende il nome dal nobile veneziano Giacomo Barbarigo, nominato Procuratore dalla Repubblica Serenissima per costruire un manufatto che, sottopassando l’Adigetto, scolasse le acque di Santa Giustina e Bresega verso il Cavarzerano.
In quei tempi infatti, dalla Bova di Badia Polesine, il canale si ricongiungeva alla Fossa Chirola, l’attuale Adige, il località S. Giovanni di Leze.
Nel 1541 Cristoforo Sabbadino ideò il progetto di una botte sotto l’Adigetto che il Senato di Venezia avviò nel 1546. L’opera fu completata nel 1557.
Nel 1649 le botti crollarono, e ricostruite ricrollarono nel 1657.
Nel 1699 furono ricostruite poco lontano ma ricrollarono nel 1760; ricostruite di dimensioni inferiori, in quanto l’Adigetto fu deviato verso il Canalbianco a Punta Stramazzo e la “Buca di Leze” fu chiusa, crollarono definitivamente nel 1951 con l’alluvione del Po.
Oggi del manufatto del ‘500 sono visibili solo alcuni tratti di muratura.
Cristoforo Sabbadino (Chioggia 1489-Venezia 1560) detto “el moretto” è stato il primo Consultatore della Repubblica Serenissima in materia di sicurezza del regime lagunare e Proto al servizio del Magistrato alle Acque.
Noto per il suo “Trattato delle Acque” dove analizzò storicamente e idrograficamente con dettagliati rilievi topografici la Laguna Veneta. Fece epoca la disputa con Alvise Cornaro per l’espansione urbana di Venezia.
Tra le sistemazioni di vario tipo realizzò le prime “Botti Barbarighe”, costruite con lo scopo di scolare nel Cavarzerano le acque del bacino Bresega e del Ritratto di Santa Giustina.
Oggi nel “laghetto” di Botti Barbarighe sfociano cinque canali:
- Ceresolo a scolo naturale mediante chiavica a tre luci
- Tron con impianto idrovoro di 6 mc/s
- Bresega con impianto idrovoro di 7,2 mc/s
- Adigetto irriguo a scolo naturale con chiavica a due luci
- Stoppaccine con impianto idrovoro di 2 mc/s
Dal bacino traggono origine il Nuovo Adigetto, collettore principale di tutto il “Retratto di Santa Giustina e Bresega di 20.000 ettari” ed il Botta Rovigata, fino all’alluvione del ’51 tratto finale del Ceresolo e collegato al Canalbianco mediante lo scolo Brandolese ora completamente eliminato.
Quest’ultimo ( il Botta Rovigata) oggi è un canale irriguo pensile e quindi in grado di distribuire le acque alle campagne con costi contenuti.
Adesso andiamo al “Chicco d’oro”, ci siamo già stati, ma do pesseti friti girà e voltà con un fià de polenta… eh…
Alla prossima.
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