La “Tassina” è uno dei quartieri di Rovigo.
A sé stante, senza il resto della città, sarebbe il terzo centro della provincia come popolazione.
La corte della Tassina è ancora visibile lungo via Vittorio Veneto a sud della rotatoria della zona industriale, in parte ristrutturata per farne alloggi.
Ma l’acqua cosa c’entra? E perché il nome Tassina?
Il toponimo (così si dice parlando bene) Tassina è recente, non figura in alcuna carta storica.
Probabilmente risale al periodo austriaco perché sono stati gli “Austriaci” a spianare (c’è ancora la località “Spianata” a sud di Rovigo) tratti delle arginature del Po di Adria e consentendo alle fornaci di “splateare” alcune campagne per fare i mattoni con l’argilla.
Di fatto la zona della “Busa” tra la Tassina e la Pestrina è di bassa giacitura da prima che in campagna usassero i trattori.
Acqua, quindi, stagnante, lungo l’unica strada che, prima dell’apertura della statale n. 16 (la via Nazionale) nel 1929, portasse verso Ferrara attraverso Arquà.
Ma c’era un’area sempre difficile da superare, oltre ai briganti di Grignano con la “corteina soto al tabaro”: le paludi della Busa.
Allora, i conducenti dei carri che si impantanavano, chiamavano in aiuto gli uomini della corte che non mancavano di mezzi e soprattutto di buoi per tirar fuori dai problemi gli sfortunati viandanti.
Ovviamente, da buoni agricoltori (non si fa niente per niente) si facevano dare un piccolo compenso “par el disturbo se capisse”, una mancia…una tassa…ma piccola: la tassina!.
“Ma da dove tirito fora tute ste storie?”
“Non lo so ma se non le xe vere, le xe ben inventà.”
“E adesso dove ‘ndemo a disnar?”
“A ghe saria el “Canaletto”, drio al Ramostorto vizin ala “Motorizzazion”, come posto el ghe someja più a un capanon che a un’ostaria, ma i fa pizza e anche altri piatti.
Alla prossima
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